28 Mercato & Tendenze stenibili, ma in termini di pezzi e franchi sono solo frazioni della torta alimentare complessiva. È improbabile che la famiglia svizzera si rechi in altri Paesi vicini al confine per fare scorta di prelibatezze Slow Food. I tirchi sono a caccia di filetto di maiale, sei euro al chilo; a nessuno interessa sapere quale terribile vita fanno gli animali che si vendono a questi prezzi bassi. Niente di già cotto o di precotto L’industria di trasformazione così come i giganti e i discount tra i dettaglianti e i rivenditori di cibo spazzatura, fanno affermazioni che esulano dal gusto quando preparano e clonano i loro prodotti pronti. Standardizzati per dimensioni, colore e prezzo, disponibili in blocco in qualsiasi momento. Queste quote escludono fin dal- l’inizio ciò che è davvero buono. Inoltre, con i conservanti e i coloranti, danno il colpo di grazia al gusto originale degli ingredienti di base. In compenso, non sono avari di zucchero, sale, grassi e numeri E di ogni tipo, compreso l’olio di palma che distrugge la natura. Ma la speranza è l’ultima a morire. Giovani donne e giovanotti, imparate a cucinare! E a tutti coloro che si considerano ambasciatori del buon gusto aggiungo: comprate prodotti naturali, evitate semplicemente tutto ciò che non sia riconoscibile a prima vista e che è stato già cotto prima. Semplice come formula, non vi pare? www.richardkaegi.ch www.homemade.ch @richifoodscout Ci vengono offerti in lettura, online o su riviste e giornali. Oppure ne sentiamo parlare tutto il tempo. Non si può evitarlo: oggigiorno, ogni cibo decente e decoroso vale una presenza mediatica. Una manna dal cielo per i buongustai. Ma in fondo, è segno di miseria, dato che il normale e il ragionevole sono diventati l’eccezione. Nella mia giovinezza, e non parlo di mille anni fa, le cose andavano diversamente. Nell’orto dietro casa tiravamo fuori dalla terra grasse carote di tutti i colori, raccoglievamo cavoli più o meno ricci e strappavamo dalle piante pomodori nelle più anomale tonalità di rosso e di diverse dimensioni. Tutto ciò era assolutamente normale e valeva al massimo un «buonissimo!» da parte nostra. Certo, gli echi delle tante voci – tra i giovani Slow Fooders, i coltivatori di patate in regioni alpine, gli chef ribelli e sfacciati fino ai giornalisti gastronomici – si fanno sentire prepotentemente e a lungo, ma personalmente non mi fido di questa «pace vegetale» che riscuote miliardi di like sui social media. Il consumo di carne non diminuisce per tanto, e i grossisti intascano guadagni così esorbitanti sulla carne biologica che quasi nessuno la compra più. In passato, quando non esistevano farine pronte per la panificazione, non era forse buono qualsiasi pane? Durante la mia infanzia, quasi mai una pagnotta arrivava a casa tutta intera. Avremmo trovato la panetteria anche bendati! E le pagnotte fresche e calde di forno emanavano un delizioso vapore, riempendo la stanza che andava ad illuminarsi al mattino con quel primo odore affidabile della giornata. I grandi distributori vantano tassi di crescita fenomenali nelle loro gamme di prodotti soRICHI KÄGI Il food scout è alla ricerca di specialità culinarie straordinarie in tutto il mondo. Richi Kägi è un cuoco di talento e sviluppa le ricette di Homemade. Il suo nuovo portale online è un punto di riferimento per tutti coloro che hanno a cuore la cucina, la cultura della tavola e uno stile di vita curato. Il giovane sessantaquattrenne scrive rubriche per il settimanale NZZ am Sonntag, organizza grandi pranzi o cene e, con il suo blog, ci offre uno sguardo sulla sua entusiasmante vita di food scout. Il suo libro «Kägi kocht» (pubblicato dalla AT-Verlag) gode di grande popolarità. Giovanotti e giovanotte, imparate a cucinare! È uno dei più noti food scout della Svizzera. Richi Kägi conosce anche le ricette per testi emozionanti e stimolanti. A partire da questo numero, condivide le sue conoscenze come nuovo editorialista di SETE. Ad ogni suo articolo ispira il settore della ristorazione anche con una ricetta speciale. Da provare assolutamente! La rubrica di Kägi
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